Chi soffre di artrosi al ginocchio sa molto bene quanto questa patologia sia dolorosa e debilitante. Causata dal continuo consumarsi della cartilagine a causa dell’avanzare dell’età o per delle lesioni, è caratterizzata da disturbi quali gonfiore, difficoltà motoria e rigidità articolare.
Al momento non esiste alcun tipo di intervento totalmente risolutivo del problema, ma forse nell’ambito della chirurgia del ginocchio una speranza c’è. L’IRCCS – Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano sta, infatti, conducendo un interessante studio sulle cellule cartilaginee del naso, note per le loro efficaci e veloci proprietà rigenerative.
Prelevate dal setto nasale tramite una biopsia queste cellule, chiamate condrociti nasali, vengono duplicate in laboratorio per due settimane, dopodiché si applicano a una membrana di collagene, che, a sua volta, viene tagliata e posizionata sulla lesione da curare. L’intervento non è invasivo e prevede solo una leggera incisione del ginocchio e il fissaggio della membrana con dei punti di sutura; la superficie di applicazione va da un minimo di 2 a un massimo di 8 cm quadrati.
Perché utilizzare proprio queste particolari cellule?
I condrociti del naso si replicano senza alcuna difficoltà in vitro, non hanno problemi di adattamento con le articolazioni del ginocchio e soprattutto non perdono il loro potenziale rigenerativo con il sopraggiungere dell’invecchiamento, né tanto meno si deteriorano in caso di infiammazione. Queste proprietà sono molto importanti perché permettono di applicare l’innovativa tecnica rigenerativa dell’IRCCS anche ai casi di lesioni molto gravi o in pazienti anziani dove la cartilagine è molto assottigliata.
Le 3 fasi della sperimentazione
La prima fase dello studio, che attesta la sicurezza del procedimento chirurgico, è stata superata. Ora l’Istituto Ortopedico Galeazzi procederà con la seconda fase, che prevede la cura di nuovi pazienti con età compresa tra i 18 e i 65 anni e che soffrono di problemi cartilaginei alle ginocchia da meno di 5 anni. I nuovi casi verranno seguiti per 2 anni e su di loro verranno effettuate delle specifiche valutazioni cliniche, anche con imaging.
Nell’ultima fase, la terza, verrà invece confrontata questa nuova tecnica operatoria per le lesioni cartilaginee del ginocchio con quella al momento più utilizzata, che prevede,invece, l’utilizzo dei condrociti dell’articolazione, con lo scopo di dimostrarne i maggiori vantaggi e benefici. Se tutto andrà come previsto, entro 6-8 anni si potrà passare definitivamente dalla fase puramente sperimentale a quella applicativa.
Articolo scritto in collaborazione con Clinica San Francesco