Alterazioni del ciclo mestruale, disturbi del sonno, vampate di calore. Sono soltanto alcuni sintomi della menopausa precoce, utili per capire quando una donna sta attraversando questo periodo di grande cambiamento. Ma ci siamo mai chiesti davvero cos’è?
Sicuramente non è da considerare una malattia, esattamente come la menopausa che siamo abituati a conoscere, quella cioè che compare tra i 45 e i 53 anni. In entrambi i casi siamo di fronte al normale decorso della vita fertile della donna che cessa comportando grandi cambiamenti nella sfera emotiva e fisica. Cambiamenti che portano ogni donna verso un momento difficile e molto delicato.
Si possono riconoscere due tipi di menopausa precoce: quella spontanea (Pof – Premature Ovarian Feilure) che colpisce circa l’1% delle donne ed è legata a cause naturali come fattori genetici o ambientali e quella iatrogena che colpisce il 4-5% della popolazione femminile e che è legata a fattori esterni, quindi cure farmacologiche e operazioni chirurgiche. Sembra però che ci siano anche cause genetiche, l’età in cui sono entrate in menopausa madre e nonna potrebbe essere un dato rilevante. Si parla di menopausa idiopatica, invece, quando le cause della sua comparsa precoce sono sconosciute.
Per capire cos’è la menopausa precoce è necessario fare attenzione ai sintomi che compaiono, il primo è senza dubbio quello delle alterazioni del ciclo mestruale che si può accorciare nei tempi, diventare molto più abbondante, durare più giorni rispetto al normale ciclo mensile, saltare un mese per poi stabilizzarsi e non comparire più definitivamente. A seguire questo segnale d’allarme – a cui bisogna fare molta attenzione – ci sono i disturbi del sonno accompagnati da spossatezza, risvegli frequenti e numerosi, difficoltà a riposare come un tempo. A peggiorare tale sensazione ci sono anche le vampate di calore che solitamente si presentano in modo massiccio durante le ore notturne causando, appunto, fastidiosi problemi. Del resto, questo sintomo è uno dei più noti legati alla menopausa ed è causato dalla dilatazione e restrizione dei vasi sanguigni che portano a fastidiosi disturbi che a volte sono anche di difficile gestione in particolare se ci si trova fuori casa.
Per definire il reale ingresso in questo periodo delicato non si deve far attenzione soltanto ai sintomi che potrebbero comunque essere il segnale di disturbi molto meno duraturi e intensi, ma sottoporsi a semplici prelievi ematici per definire i livelli di Tsh (ormone follicolo stimolante) che viene secreto dall’ipofisi, la piccola ghiandola endocrina alla base del cranio che dà impulsi a tutti gli ormoni. Un ulteriore esame è quello degli estrogeni, precisamente del 17beta estradiolo.
Ma si può ricorrere a una terapia per limitare i sintomi o addirittura l’ingresso in menopausa precoce? La risposta è abbastanza complessa. La terapia ormonale sembra essere quella più efficace, terapia che si deve portare avanti almeno fino ai 51 anni e che deve essere accompagnata a una dieta mirata e ad attività fisica, elementi che non devono mai essere sottovalutati in menopausa come in qualsiasi altro periodo di vita o malattia che colpisce i due sessi.